Disturbi da disadattamento e Disturbi correlati ad eventi traumatici o stressanti
Le strategie di adattamento e le risposte all’ambiente fisico, relazionale, socio-economico e culturale sono significativamente connesse al benessere psico-sociale della persona; la risposta del soggetto a eventi significativi può infatti essere costruttiva, quando non viene compromesso il funzionamento globale, ma a volte possono anche insorgere, in risposta a determinati eventi di vita, reazioni disfunzionali e portatrici perciò di una qualche soggettiva sofferenza o disagio.
I disturbi da disadattamento comportano stati di ansia o angoscia strettamente correlate ad alterazioni emotive e comportamentali, causati da un identificabile fattore di stress; la persona può infatti sperimentare stati di tristezza, rabbia, o rimanere emotivamente sconvolta da situazioni spiacevoli o da cambiamenti, radicali, inattesi o repentini, dello stile o contesti di vita quotidiana. Tali reazioni, possono manifestarsi con un grado d’intensità più o meno elevato e possono compromettere in maniera significativa o meno il funzionamento della persona, in ogni caso, determinando stati sofferenza temporanea o duratura nel tempo.
I fattori stressanti alla base possono essere rappresentati da un singolo evento specifico, da un accumulo di eventi stressanti o da problematiche in corso. La morte di una persona cara, ad esempio, può essere un fattore scatenante che può incidere sul personale riadattamento ai contesti e situazioni di vita. I disturbi dell’adattamento sono infatti comuni e sono presenti in una percentuale stimata tra il 5 e il 20% dei casi.
I relativi sintomi emergono generalmente a ridosso o a distanza di dopo poco tempo dall’evento stressante esperito, e sono principalmente identificabili in:
- abbassamento del tono dell’umore;
- stati di ansia;
- disfunzionali condotte comportamentali.
Ogni persona può però presentare i propri specifici sintomi strettamente correlati alla situazione vissuta e al proprio e personale caratteristico modo di reagire agli eventi.
Strettamente connessi a tali problematiche sono infatti quelli che vengono individuati come disturbi correlati ad eventi traumatici o stressanti. Le situazioni e le esperienze che possono rappresentare un trauma o un forte stress psicologico per l’individuo possono essere tra le più varie e differenti; in base alla tipologia stanno a rappresentare i principali fattori determinanti l’impatto del trauma stesso sul soggetto e la successiva eventuale possibilità di sviluppare tali disturbi.
Prendendo in considerazione l’impatto associato alle differenti tipologie di eventi traumatici o stressanti, possiamo distinguere due principali tipologie di traumi: eventi singoli, circoscritti e inaspettati, i quali possono far emergere sintomi di evitamento, ipervigilanza e percezioni erronee e distorte di sé e della realtà; oppure esposizioni prolungate e ripetute a situazioni estreme, le quali possono causare reazioni di diniego o dissociazione, offuscamento emotivo, rabbia.
La risposta a determinate situazioni traumatiche e stressanti può variare in base alla determinata personalità del soggetto; l’effetto che tali eventi avranno sulla persona può dipendere da svariati fattori:
- tipo e gravità del trauma;
- età del soggetto al momento del trauma;
- tratti di personalità;
- disturbi preesistenti;
- percezione di pericolo o morte relative all’evento esperito;
- uso della dissociazione come difesa;
- danni fisici o disabilità conseguenti;
- basso supporto sociale e relazionale-affettivo dopo l’evento
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Domande Frequenti
Durante il primo colloquio, lo psicologo si presenta e fornisce le informazioni relative alla propria metodologia di lavoro, chiede informazioni relativamente alle problematiche che hanno portato la persona a richiedere un aiuto, ed insieme vengono concordati gli obiettivi e le modalità e tempistiche del trattamento.
Verranno raccolte informazioni rispetto allo specifico disagio, al contesto di vita, la storia personale e la motivazione ad avviare un percorso.
La principale finalità dei primi colloqui sarà quella di una reciproca conoscenza volta alla costruzione di un rapporto di alleanza e fiducia.
Lo psicologo è tenuto al Segreto Professionale, secondo i relativi articoli (11, 12, 13, 14, 15, 16, 17) del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, pertanto tutte le comunicazioni tra psicologo e paziente rimangono riservate e protette dalla legge. Le uniche eccezioni riguardano, come in qualsiasi altro settore professionale, eventuali minacce di pericolo per te o per altre persone.
Per i minori di 18 anni è necessario il consenso informato di entrambi i genitori o dei tutori (art.31 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani).
Nel lavoro con i minori, in base alla valutazione del caso, è inoltre altamente auspicabile una collaborazione con la coppia genitoriale o eventualmente con l’intero nucleo familiare.
È possibile interrompere il trattamento in qualsiasi momento, è comunque consigliato discuterne prima insieme allo psicologo, al fine di individuare insieme le motivazioni e le modalità di conclusione.